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giovedì 5 marzo 2015

Le sbalorditive immagini delle vetture della metropolitana di New York, scaricate nell’Oceano

Notizia presa da questo SITO


Non si vedono tutti i giorni foto che documentano chiaramente e inequivocabilmente qualcuno che si libera dei rifiuti gettandoli direttamente nell’Oceano, senza alcuna paura di essere visto. Il fotografo Stephen Mallon, nell’arco di 3 anni, ha scattato una serie di immagini che documentano il metodo a dir poco insolito adottato dalla città di New York, per liberarsi delle vetture della metropolitana. Ma prima di saltare alle conclusioni,assicuratevi di arrivare fino in fondo all’articolo: rimarrete sbalorditi nello scoprire il vero scopo di questa azione che a prima vista vi ha fatto inorridire.

La città di New Yord ha sviluppato un modo particolare per liberarsi delle vetture della metropolinana, ormai inutilizzabili


Le vetture della metropolitana vengono caricate su apposite chiatte e trasportate nelle fredde profonde acque in mezzo all’Oceano


Grazie ad attrezzature per l’edilizia, le vetture vengono spinte e fatte scivolare in acqua…


… una dopo l’altra …


Potrebbe sembrare un atto irresponsabile ma c’è uno scopo ben preciso dietro a questo strano metodo di liberarsi dei rifiuti …


Ogni vettura si adagia sul fondo dell’Oceano per essere completamente assimilata dall’ecosistema


Con il passare del tempo, ogni superficie prende vita, creando una barriera corallina artificiale


Ogni tubo di metallo, bordo e angolo si presta ad essere inglobato nell’ecosistema corallino


Ecco come appare dopo 5 anni …


… e così è come si presenta dopo 10 anni


Il processo di creazione di barriere coralline artificiali ha aiutato moltissimo il recupero di aree danneggiate dall’attività dell’uomo. Gli ingegneri hanno anche affondato un’intera portaerei per trasformarla in un ecosistema corallino. In un mondo ideale non avremmo dovuto danneggiare il fondo dell’Oceano ma questi interventi possono aiutare a porre rimedio alla sua distruzione.
All’inizio le foto di Stephen Mallon spingono l’osservatore a trarre conclusioni sbagliate, a far pensare che si tratti di un atto di inquinamento ma, in verità, si tratta invece di qualcosa di stupendo. Sono proprio la tensione e il disagio a rendere il suo lavoro così potente.