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domenica 25 ottobre 2015

Ecco come ottenere del metallo fuso in pochissimi secondi

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Ottenere del metallo fuso in casa può sembrare davvero impossibile, ma un video ci mostra come fare e come poterlo riutilizzare per creare oggetti davvero incredibili. Un video molto interessante ed utile

Spesso siamo circondati da veri e propri tesori di cui non ci rendiamo conto. Il metallo è uno di questi.
Ne siamo davvero circondati e spesso finisce tra i rifiuti, ma un video ci mostra come poterlo riutilizzare davvero con pochissimi oggetti a nostra disposizione ed in poco tempo. Come mostra il protagonista del video è possibile creare in casauna piccola fonderia con pochissimi attrezzi. Basterà utilizzare un cestello all’interno del quale inserire un contenitore resistente alle alte temperature e creare intorno ad esso delle fiamme utilizzando del carbone.
Una volta avviata la combustione, il protagonista del video ci spiega come alimentare le fiamme utilizzando un lungo tubo ed un phon. Il tubo inserito in un’apertura collegata al cestello, infatti, permetterà di immettere aria con il phon e di conseguenza di alimentare per bene le fiamme. Dopo pochissimi minuti le fiamme sono molto forti ed il contenitore all’interno è diventato perfettamente incandescente, segno che la temperatura è alta abbastanza per proseguire.
Adesso non resta che fondere delle semplicissime lattine di bibite, come tante ogni giorno ne consumiamo e che finiscono solitamente tra i rifiuti. In questo caso, però, le lattine vengono messe a fondere all’interno del contenitore. Bastano pochissimi secondi per vederle scomparire e trasformarsi in alluminio fuso. Dopo aver aggiunto all’incirca 30 lattine il contenitore è pieno di alluminio fuso.
Per eliminare, però, le impurità che non servono basterà versare l’alluminio in un contenitore resistente al calore. Sposteremo poi il tutto in degli stampi così da poter creare delle vere e proprie formine di alluminio. Il protagonista di questo video, però, va anche oltre e realizza una spada degna dei migliori film fantasy. Per fare questo crea uno stampo nella sabbia e vi versa l’alluminio fuso, che in pochissimi minuti si solidificherà e darà vita ad una vera e propria spada d’altri tempi.
Un video molto interessante, quindi, che mostra come realizzare in casa qualcosa di assolutamente incredibile. Allo stesso modo in cui si può creare un fornello d’emergenza o delle candele in casa in pochissimi minuti. Piccoli trucchi che possono esser molto utili, ovviamente prestando sempre la massima attenzione

sabato 24 ottobre 2015

Non hai la chiave giusta? Ecco cosa fare

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Avere la chiave giusta è importantissimo per molti interventi di fai da te che ci capita di dover gestire. Ecco una soluzione davvero geniale da poter mettere in pratica

Avere la chiave giusta in alcuni momenti è importante. Quando ci si occupa delle faccende in casa ci si ritrova spesso a dover fare i conti con piccoli interventifai da te per ripristinare un mobile, un’anta o per collocare una nuova mensola che abbiamo acquistato.
In questo caso, si sa, servono degli attrezzi ben precisi per smontare o rimontare delle viti altrimenti il lavoro risulta non solo più complesso ma anche particolarmente difficile da fare. Se, però, non abbiamo a disposizione la chiave giusta dobbiamo desistere?
Spesso accade proprio questo ma grazie a questo video potrete trovare una soluzione decisamente molto originale ed interessante per risolvere il problema. Si tratta di un sistema molto ingegnoso, che utilizza degli strumenti che chiunque pratichi il fai da te di certo ha a portata di mano e che potrà salvarvi letteralmente la vita in alcune situazioni.

Come non pagare (legalmente) il canone Rai

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canone-raiL’escamotage a norma di legge per non pagare il balzello. Il ministero conferma: “Nulla è dovuto per i programmi visti in streaming”
C’è uno spiraglio per chi non vuole rassegnarsi a finanziare con 100 euro l’anno il carrozzone Rai. Il nuovo canone dal 2016 sarà infilato a rate nella bolletta elettrica, e sarà onere del contribuente dimostrare che non è tenuto a pagare, salvo multe e addirittura denunce penali.
La condizione base per essere esentati dal balzello, ovviamente, è non possedere alcun televisore in casa, visto che il canone è una tassa di possesso e non una imposta d’uso (ragion per cui non è contemplata, come condizione per l’esenzione, l’oscuramento dei programmi Rai). Anche chi evita con cura i canali del servizio pubblico, ma tuttavia non vuole buttare via il televisore perché magari vede Sky, Mediaset o i film in dvd, dovrà comunque pagare dazio a Viale Mazzini. Ma c’è un’alternativa meno radicale rispetto a rottamare il televisore.
Il testo finora prodotto dal governo non contiene alcun riferimento specifico al possesso di un computer o di un tablet o smartphone, su cui si possono vedere in streaming, grazie alla connessione internet, tutti i canali della Rai e i tutti i principali network privati (anche SkyTg24). La legge di Stabilità modifica il vecchio Regio decreto sul finanziamento della tv pubblica, ma ne mantiene l’impianto, soprattutto sul presupposto della tassa, che resta la detenzione di «uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni». E qui sta il punto. Un computer, o un Ipad, o uno smartphone, dove posso vedere i programmi tv in streaming, vanno considerati «apparecchi atti a ricevere le radioaudizioni». Il testo della Stabilità, per com’è scritto nella bozza e salvo modifiche in corso d’opera, non ne parla e mantiene lo status quo su questo aspetto. Che significa una cosa: non si è tenuti a pagare. A spiegarlo è la stessa Rai, nella sezione «Abbonamenti» del suo sito. La domanda è: chi possiede solo un computer privo di sintonizzatore tv deve pagare il canone? Risposta della Rai: «NO. Perché solo apparecchi atti od adattabili a ricevere il segnale audio/video attraverso la piattaforma terrestre e/o satellitare sono assoggettabili a canone tv.
Ne consegue che di per sé i computer, se consentono l’ascolto o la visione dei programmi radiotelevisivi via internet e non attraverso la ricezione del segnale digitale terrestre o satellitare, non sono assoggettabili a canone». Questa interpretazione della norma non è certo un’invenzione della Rai, ma viene dal ministero dello Sviluppo economico. Nel 2012 il Mise, dopo lo scoppio di una polemica sui bollettini Rai inviati ad aziende e uffici, diramò una circolare per risolvere i dubbi se un computer o un tablet fossero considerati al pari di un televisore. E la risposta, appunto, fu che non è così. A meno che un computer o uno smartphone non abbiano incorporati un sintonizzatore tv, cosa piuttosto rara, o un’antenna, il loro possesso non comporta alcun canone tv per la Rai.
Chi non ha intenzione di pagare la Rai, può organizzarsi in casa con uno schermo pc e guardare la tv attraverso quello, né l’Enel né l’Agenzia delle entrate potranno contestargli l’evasione del canone. A meno ovviamente che il governo, o il Parlamento, non specifichino nella legge che anche una connessione internet, su qualunque supporto digitale, comporta il pagamento del canone Rai. Ma contraddirebbe la circolare ministeriale del 2012. E sarebbe la premessa per poter chiedere il canone Rai anche a uffici e aziende che usano computer (tutti). Una mossa che provocherebbe rivolte. Già ci sono le rivolte, per il canone in bolletta. Il Codacons , che prepara l’impugnazione della legge, ha lanciato un Comitato «NO Rai in bolletta» che ha già raccolto migliaia di adesioni, mentre Altroconsumo è arrivata in pochi giorni a 41mila firme per abolire il canone in bolletta. La tassa più odiata d’Italia.

giovedì 22 ottobre 2015

LE STAZIONI ABBANDONATE DELLA METROPOLITANA DI PARIGI DIVENTANO PISCINE, TEATRI E RISTORANTI

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Stanzioni fantasma di Parigi
I luoghi abbandonati sono sempre ricchi di fascino e di bellezza, lo sono ancora di più se questi spazi riescono ad esser recuperati e donati nuovamente alla comunità.
A Parigi  è successo che il recupero e la trasformazione delle stazioni della metro abbandonate o mai utilizzate siano parte del programma di Nathalie Kosciusko-Morizet, candidato sindaco del partito politico di centrodestra dell’ex presidente Nicolas Sarkozy.
Le stazioni abbandonate della metropolitana di Parigi diventano piscine, teatri e ristoranti
Il candidato ha commissionato allo studio OXO Associates di creare dei rendering delle stazioni riproposte come piscine, ristoranti, musei, teatri o giardini.
Ci sono 16 stazioni in disuso della metropolitana di Parigi, molte delle quali chiuse tra 1930-1970. Un piccolo numero è stato costruito ma mai aperto. Alcune stazioni sono state utilizzate come set temporanei per campagne pubblicitarie o film.
Le stazioni abbandonate della metropolitana di Parigi diventano piscine, teatri e ristoranti
Riuscire a recuperare questi luoghi è una grandissima opportunità soprattutto per arricchire dei quartieri della città a cui mancano determinati servizi.
Le stazioni abbandonate della metropolitana di Parigi diventano piscine, teatri e ristoranti

martedì 20 ottobre 2015

I migliori programmi free di video editing

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 Com’è naturale aspettarsi i programmi “seri” e professionali di video editing o montaggio video, e non di meno gran parte di quelli semi-professionali, richiedono una spesa elevata per essere acquistati e ciò molto spesso non è alla portata dei video amatori o di chi non necessita di particolari funzioni.
Internet ci viene come sempre d’aiuto offrendo a chiunque la possibilità di scaricare e/o utilizzare numerosi programmi per editare qualsiasi tipo di video senza spendere un soldo. D’altronde spesso sono necessari piccoli ritocchi o l’utilizzo del programma stesso è più che occasionale. Il suggerimento, per chi non fosse comunque soddisfatto delle capacità di questi programmi, è quello di utilizzare la versione di prova gratuita dei programmi a pagamento e di acquistarli poi nel caso di un riscontro positivo e di una loro effettiva utilità.
Ecco una lista dei migliori e più usati programmi free di video editing.
 Windows Movie Maker 2012 – Forse il più famoso programma di editing video per Windows, in quest’ultima versione si è rinnovato e offre qualche strumento di editing audio in più. Intuitivo e sempre molto funzionale. Indicato per gli utenti meno esperti.
Virtualdub – Questo programma offre molte funzioni, è nello stesso tempo leggero e potente e possiede una vasta gamma di filtri da poter utilizzare. È indicato per gli utenti che sanno quello che vogliono!
Avidemux – L’interfaccia un pò spoglia tradisce un programma veramente utile e facile da utilizzare per operazioni semplici. Supporta molti tipi di file. Interessante il forum in cui potrete trovare risposta a tutti i problemi riscontrati.
Lives - Disegnato per essere semplice da usare è tuttavia molto potente; è di dimensioni ridotte ma ha funzioni avanzate. Viene spesso usato anche da professionisti per la sua versatilità. Ha strumenti molto flessibili all’uso e una timeline multi-track.
VideoSpin - Un programma dal design accattivante, divertente e molto veloce. Semplice, ma allo stesso modo abbastanza potente per poter eseguire dei piccoli montaggi video; è interamente in italiano.
Vivia - Molto interessante per chi è alle prime armi perché immediato, è comunque dotato di una serie di strumenti di editing che lo rendono adatto agli utilizzatori avanzati
Lightworks – Software open source di livello professionale, è disponibile in lingua inglese con una versione free e una a pagamento che offre un ampio supporto a livello di codec. Richiede una registrazione gratuita che permette di accedere al forum per la condivisione e discussione dei propri progetti.

Il video editing può sembrare una pratica che richiede molta esperienza e notevoli studi ma questi programmi mettono chiunque nelle condizioni di montare ed editare video con ottimi risultati. Perciò se siete alle prime armi non scoraggiatevi, sono sufficienti pochi passi per introdurvi in questo mondo e ottenerne grandi soddisfazioni.

lunedì 19 ottobre 2015

Come nascono le allucinazioni

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Le esperienze pregresse modificano le nostre capacità di fare previsioni su immagini o contesti ambigui. Un’abilità che, potenziata, potrebbe spiegare la comparsa delle allucinazioni
(foto: Corbis)
(foto: Corbis)
Com’è possibile riuscire a vedere cose che in realtà non esistono? Qualche indizio in più sul fenomeno delle allucinazioni arriva oggi da uno studio della Cardiff University e della University of Cambridge, secondo cui la loro origine sarebbe riconducibile a un’esagerazione della nostra normale capacità di interpretare il mondo facendo uso delle nostre esperienze pregresse e delle nostre attese
Per capire di cosa stiamo parlando, facciamo un esempio: immaginiamo di entrare in una stanza e di vedere, per pochissimo tempo, una piccola ombra che scompare dietro il divano. Il nostro sistema visivo ha catturato troppe poche informazioni per essere realmente certo di cosa abbia visto, eppure la nostra esperienzapregressa ci porta a credere che molto probabilmente abbiamo appena visto un gattoProbabilmente ma non certamente, perché le informazioni in nostro possesso sono ambigue e quel che abbiamo visto è frutto di un lavoro creativo più che reale, basato anche su quel che ci aspettiamo di vedere.






































Evolutivamente parlando questa capacità predittiva è importantissima, perché ci permette di dare senso a delle situazioni spesso di per sé incomplete o complesse. Ma secondo gli scienziati del Regno Unito questo significa anche che a volte potremmo percepire cose che effettivamente non ci sono, ovvero avere un’allucinazione. Un fenomeno che patologicamente, è comune per esempio nelle persone che soffrono di disturbi psicotici, ma in forme più lievi non è così raro anche a chi non soffre di disturbi mentali, ammettono gli autori dello studio in questione.
Per capire più a fondo il legame tra allucinazioni e psicosi, e per comprendere se effettivamente questo processo predittivo fosse più attivo in chi soffre di disturbi psicotici, gli scienziati hanno condotto un esperimento. Sono state arruolate alcune persone con segni precoci di psicosi e altre no; a tutte è stato chiesto quindi di cercare di identificare la presenza o meno di persone in immagini in bianco e nero, all’apparenza casuali e rappresentanti poco più di una serie di macchie. In un secondo momento è stato chiesto loro di rifarlo, dopo aver visto delle immagini a colori, complete, corrispondenti ad alcune delle prime mostrate. Per capirsi: un po’ come se vi mostrassimo queste foto in successione, e poi di nuovo la prima.
  
Rivedendo le immagini in bianco e nero le persone con segni precoci di psicosi erano più brave del gruppo controllo a identificare quelle con le persone. Questo perché, sostengono i ricercatori, la supposta maggiore capacità di fare predizioni nei soggetti con segni di psicosi è un vantaggio in questo caso. In termini più generali nelle persone con segni di disturbi psicotici o propensi a svilupparli la percezione visiva favorisce le conoscenze preacquisite al posto delle evidenze sensoriali, come difetto nel processamento delle informazioni.

“Questi risultati sono importanti perché, non solo ci dicono che l’emergere dei sintomi chiave delle malattie mentali può essere interpretato in termini di un alterato equilibrio nelle normali funzioni cerebrali”, ha commentato Naresh Subramaniam della University of Cambridge, tra gli autori del paper: “Ma ci dicono anche che questi sintomi e le esperienze non riflettono un cervello guasto, ma piuttosto uno che si sforza – in un modo molto naturale – di dare un senso ai dati in ingresso che sono ambigui”.