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sabato 9 maggio 2015

Di triceratopi ed altre sciocchezze: perché così tanti credono alle bufale su internet?

Notizia presa da questo SITO

Facebook/Jay Branscomb
"Una bugia avrà già fatto mezzo giro del mondo prima che la verità abbia avuto il tempo di mettersi i pantaloni". Così scriveva nel 1948 il premio Nobel per la Pace Cordell Hull, e queste parole sembrano più vere che mai al giorno d'oggi, quando una qualsiasi informazione ha bisogno soltanto di pochi millisecondi per arrivare ovunque sul pianeta.
Il "mezzo giro del mondo" del quale parlava Hull è stato compiuto negli scorsi giorni dall'immagine che vedete in testa all'articolo: un uomo sorridente in posa davanti ad un grosso animaleLa foto è stata diffusa da Jay Branscomb, umorista ed attore statunitense noto sui social network per i suoi meme, e ritrae il celebre regista Steven Spielberg davanti ad un triceratopo animatronic utilizzato per la realizzazione di Jurassic Park.

Che i dinosauri siano estinti è una cosa nota a chiunque (o almeno così è lecito supporre), ma Branscomb ha voluto scherzosamente aggiungere questa didascalia all'immagine: "Foto vergognosa che ritrae un cacciatore felicemente in posa con un triceratopo che ha appena ucciso. Per favore, condividete affinché il mondo possa dare un nome a quest'uomo spregevole e coprirlo di vergogna".
Spielberg non ha ovviamente mai ucciso un triceratopo. Questa non è una supposizione ma una certezza, dal momento che il pluri-premiato regista di Cincinnati, così come qualsiasi essere umano mai esistito, ha mancato il passaggio sulla Terra dei dinosauri di 65 milioni di anni, millennio più millennio meno. La logica suggerisce quindi che chiunque, guardando la foto e leggendo la didascalia, dovrebbe capire facilmente che si tratta di uno scherzo. Così non è stato.
Facebook
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In poco tempo l'immagine e la didascalia hanno fatto il giro del mondo (al momento siamo abbondantemente sopra le 40.000 condivisioni), ma la parte più interessante sono i commenti (che hanno superato quota 10.000). Tanti sono stati quelli che hanno commentato scrivendo "Assassino", "Criminale" e molti altri epiteti che per educazione non riportiamo. Qualcuno ha persino riconosciuto Spielberg, ma questo non gli ha impedito di scrivere che il regista lo aveva "profondamente deluso", e che non avrebbe "mai più guardato un suo film".
Esistono certamente persone che non conoscono Steven Spielberg, o che ignorano che faccia abbia; e ne esistono probabilmente altre che non sanno che il triceratopo era un dinosauro. Forse c'è persino qualcuno che non sa che i dinosauri si sono estinti. Quel che è certo è che la combinazione di tutte e tre queste caratteristiche è sufficientemente insolita da rendere legittima la domanda: com'è possibile che in tanti abbiano davvero creduto che qualcuno potesse aver ucciso un triceratopo?
Diceva Abramo Lincoln che è possibile far fessi tutti in alcune occasioni, e far fessi alcuni in tutte le occasioni, ma che nessuno è in grado di far fessi tutti in tutte le occasioni. La frase è certamente vera nella sua interezza, ma ogni giorno su internet si ha la precisa sensazione che la parte che più risponde a verità sia quella che sostiene che qualcuno verrà fatto fesso in qualsiasi occasione.
Nell'ultimo anno è avvenuta una proliferazione, in Italia come in tutto il mondo, di siti web che riportano"notizie" che, in realtà, sono delle palesi bufale: storie completamente inventate al puro scopo di generare traffico. Alcune di queste storie superano ampiamente i confini dell'inverosimile, ma non importa: qualcuno penserà che si tratti di fatti reali, e commenterà di conseguenza.

Nell'ottobre del 1938 un adattamento radiofonico del romanzo di fantascienza "La Guerra dei Mondi" diretto dal regista Orson Welles (nella foto) fu trasmesso negli Stati Uniti. Nonostante il pubblico fosse stato avvisato del fatto che si trattasse di una finzione, in molti credettero fosse realmente in atto un'invasione aliena: scene di panico furono segnalate in tutto il paese  - Credits: Library of Congress/Carl Van Vechten
Restando in Italia, può essere utile analizzare il caso di Lercio: per chi non lo sapesse, si tratta di un sito di satira che riporta quotidianamente varie notizie assolutamente inventate, e chiaramente inverosimili, al puro scopo di strappare una risata. In realtà, quasi sempre ci sarà qualcuno che scambierà gli articoli satirici di Lercio per veri articoli giornalistici, e commenterà (quasi sempre con indignazione) le notizie riportate. 
Com'è possibile che, in Italia e nel resto del mondo, esistano così tante persone che, per dirla molto chiaramente, si bevono qualsiasi cosa? Una certa ignoranza di base, come nel caso del triceratopo, può sicuramente essere una delle cause, ma c'è sicuramente dell'altro. Qualcosa che rende queste bufale così irresistibili per tante persone, e di conseguenza così lucrative per chi, inventandole, riesce a generare molto traffico con poco sforzo.
È sicuramente vero che in molti tendono a credere a storie inverosimili se queste hanno una fondamentale caratteristica, ossia quella di confermare le loro opinioni. Chi si ritiene un animalista convinto crederà più facilmente alla storia del cacciatore che si fa una foto davanti alla sua preda; chi ritiene che tutti i politici siano dei fannulloni mangia-stipendio sarà più portato a bersi la storia del Fondo per i Parlamentari in Crisi da 134 miliardi di euro approvato dal Senato, e così via.
Un meccanismo che favorisce incredibilmente la circolazione di queste storie è il fatto di fare molto spesso appello ai nostri buoni sentimenti: voi siete delle brave persone, condividendo farete del bene, non vi costa nulla. È lo stesso meccanismo di Spielberg e del triceratopo: "Quest'uomo ha fatto una cosa cattiva, e per fare in modo che venga coperto di vergogna per il suo gesto dovete soltanto condividere questa foto".
È un meccanismo quasi infallibile: dall'appello per il bambino che ha bisogno di un'operazione urgente che però potrà essere pagata solamente se il post riceverà 10.000 "Mi piace" allo shampoo di una determinata marca che non deve essere usato perché causa spaventose reazioni cutaneecliccare su "Condividi" è facile, veloce, ed aiuta a sentirsi a posto con la coscienza.
Reuters
Reuters
"Parte di ciò che rende virale qualcosa è il fatto di evocare alcune forti emozioni nelle persone, e dicreare qualcosa che chiamiamo 'eccitazione cognitiva', che motiva le persone ad agire. C'è una grandissima ricompensa psicologica", spiega Brent Coker, psicologo della University of Melbourne ed esperto di comportamento online, che aggiunge che le persone saranno più propense a credere ad una bufala se questa verrà condivisa da persone delle quali ci fidiamo. "I consumatori si crederanno a vicenda, e crederanno ai loro amici e colleghi". 
Il problema è che spesso questi contenuti vengono condivisi senza rifletterci molto proprio nel tentativo di informare i propri amici su qualcosa che si ritiene importante. Magari si ha il dubbio che possa trattarsi di una bufala, ma si tende a pensare: "E se fosse vero? Nel dubbio condivido: male non farà". Il problema è che di male invece se ne può fare, e tanto.
Nel
Nel 2013 ebbe una grandissima diffusione un'immagine di Sandro Pertini, accompagnata dalla frase "Quando un governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato via anche con mazze e pietre", attribuita all'ex-Presidente della Repubblica. Ma secondo la Fondazione Sandro Pertini di Firenze, Pertini non pronunciò mai questa frase - Photo Credit: Presidenza della Repubblica
Condividere notizie false può fare aumentare la tensione sociale verso particolari gruppi di persone; può distogliere l'attenzione da appelli reali; può spingere a modificare senza motivo i propri comportamenti; e può rendere difficoltoso continuare a distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è.
Come fare dunque a riconoscere una bufala? Fortunatamente internet aiuta la diffusione di queste pseudo-notizie, ma permette anche di smascherarle in tempi ridottissimi: solitamente una veloce ricerca (e per veloce intendiamo, nella maggior parte dei casi, pochi secondi) è più che sufficiente a trovare le informazioni necessarie a svelare l'inganno.
Se la notizia riportata è di grande rilevanza, state pur certi che i media principali ne parleranno: se leggete della scoperta di una nuova miracolosa cura contro il cancro o dell'abbattimento di un aereo statunitense in Cina, non ci sono dubbi che si tratti di avvenimenti che, se veri, starebbero in prima pagina su tutti i giornali e farebbero scattare le edizioni straordinarie dei TG. Se invece l'unico sito al mondo a riportare la notizia è FattiIncredibiliMaVeri.org, le possibilità che si tratti di una bufala sono prossime al 100%.
La rete è un'arma potente, e come ogni arma va usata con cognizione di causa sia da parte degli utenti che di chi produce contenuti, dalle grandi aziende dell'informazione fino ai piccoli blogger. Tenendo sempre a mente che "uno dei più grandi problemi di internet è che non si può mai essere sicuri delle notizie che si leggono", come amava ripetere Giuseppe Garibaldi.